lunedì 28 gennaio 2008

LEGGE SULL'ABORTO: SI AUSPICA UNA REVISIONE!!!

Sono passati trent'anni da quando è stata approvata, eppure la legge 194 torna ad essere al centro di polemiche e discussioni da parte del mondo politico e cattolico. La 194, entrata in vigore nel 1978, tratta un tema delicato: la legalizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza. Per questo è conosciuta da tutti, anche se in modo non del tutto corretto, come "legge sull'aborto".
La legge, tra le altre cose, ha sancito la non punibilità dell'interruzione di gravidanza: è possibile effettuarla entro i primi tre mesi di gestazione qualora sussistano reali motivazioni, senza essere perseguibili penalmente. Nei primi giorni del 2008, però, si è riacceso il dibattito, in seguito all'approvazione da parte dell'Onu della moratoria della pena di morte.

COME E' NATA LA DISCUSSIONE

La polemica sulla legge 194 è partita dal mondo della politica e della Chiesa. Il Giornalista Giuliano Ferrara, direttore de "Il Foglio", ha sostenuto che la legge 194 dovrebbe essere sospesa e riveduta.
Questa opinione è stata ripresa da alti prelati, come il cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa, e da Angelo Bagnasco, presidente della ommissione episcopale italiana.
Il cardinale Ruini, più che una vera e propria modifica, invita soprattutto ad applicare la legge integralmente, anche nelle parti che intendono difendere la vita: i consultori dovrebbero cercare con tutti i mezzi di tutelare il diritto del feto a venire alla luce.



OPINIONI DI DONNE IN POLITICA

L'eurodeputato, Adriana Poli Bortone, sull'idea del Cardinale Bagnasco

Adriana Poli Bortone, eurodeputato del Gruppo Uen al Parlamento europeo e coordinatore di Alleanza Nazionale in Puglia auspica la revisione della Legge n. 194/78 sulla interruzione volontaria di gravidanza.

In seguito alla posizione espressa in questi giorni dall'Arcivescovo di Genova e presidente della Cei Mons. Angelo Bagnasco e alla riapertura del dibattito sul tema, Adriana Poli Bortone chiede una revisione della legge sull'aborto.
"E' del tutto condivisibile la posizione del cardinale Bagnasco sulla revisione della Legge 194 - spiega - una legge per certi versi ipocrita e chiaramente frutto di compromesso politico. Uno di quei compromessi impossibili perché nella vita umana come diritto indisponibile si può solo credere o non credere. Noi, che ci crediamo da sempre, siamo convinti che sia ora di mutare una legge fortemente datata, che nel suo articolo 1, di principi, sembrerebbe voler tutelare la vita, autorizzando, poi, di fatto, il ricorso ufficiale all'aborto. Ha ragione, dunque il cardinale Bagnasco che invita all'aggiornamento della legge tenendo conto dei passi fatti dalla scienza negli ultimi trent'anni. La vita non è bene negoziabile e dunque è più che opportuno il richiamo di Benedetto XVI alla sacralità della stessa: un tema rispetto al quale le sensibilità sociali di oggi potrebbero essere più avanti della politica.
In Parlamento - continua Adriana Poli Bortone - parlare di modifica della 194 significa toccare un tabù. Non sarebbe male allora misurare la risposta della società italiana odierna ad un tema che investe trasversalmente laici come Ferrara e cattolici, con gradi di sensibilità oggi ben diversi da quelli degli anni Settanta ed Ottanta. Il referendum sulla 194 sarebbe un modo per cominciare a stabilire un dialogo reale con la società di oggi sui temi etici, quelli sui quali il Parlamento ed il Governo non riescono a dare risposte, arroccati come sono nelle loro forze fatte di numeri e di maggioranze incerte, più preoccupati - conclude - di salvare una finanziaria che di salvare una vita".


Giorgia Meloni, vicepresidente della camera, stavolta parla da leader dei giovani di AN e spiega perché, «da laica», sostiene la proposta lanciata da Giuliano Ferrara e firma un documento in cui chiede che AN si pronunci.



Onorevole Meloni, la convince la campagna foglista? «Sì, perché ha rotto il tabù per cui dire una sola parola sulla 194 equivale a un crimine».

Lei la vuole abolire la 194? «No, la voglio cambiare senza incorrere nel reato di lesa maestà».


Se la sua migliore amica le dicesse che deve abortire... «... la scongiurerei di non farlo. E se capitasse a me non lo farei. Per noi di Azione giovani la vita va difesa dall’embrione alla morte naturale».

Perché non chiede l’abolizione della 194, allora?«Perché ritornare alla clandestinità sarebbe ancora peggio, e il problema non si risolverebbe».

E invece?«Se si prende atto che un embrione è portatore di un Dna unico e irripetibile si cambierebbe modo di pensare».

Siete giovani ratzingeriani? «No, questo avviene indipendentemente dalle posizioni della Chiesa, è un’opzione di buonsenso laico, direi».


È contraria alla contraccezione, come i giovani di Cl? «No, affatto. Ma credo che serva una battaglia per evitare che l’aborto sia considerato un metodo anticoncezionale».

In che va cambiata la 194? «Serve una legge organica di incentivo alla maternità, ne ho scritta e depositata una firmata da tutta An».


Quindi anche più soldi ... «Sì, e molti. Ma non solo: penso a dei consultori che funzionino, e che siano un luogo di tutela della vita».


Il che tradotto significa? «Che vai lì e ti danno tutto l’aiuto possibile per riuscire a diventare madre. L’aborto dovrebbe diventare la soluzione ultima e meno praticata».

E poi? «Provo a infrangere altri due tabù: il primo è l’uomo».

Ovvero? «Il padre non può essere addirittura inconsapevole di quel che accade».

Vuole che abbia un peso decisionale? «No, mi basterebbe che fosse vincolato a un parere consultivo, e lo dico da donna».

Crede che cambierebbe qualcosa? «Lo dico così: se negli ultimi 30 anni la scelta l’avessero fatta 4 milioni di coppie e non 4 milioni di donne sole, credo che non avremmo mai avuto 4 milioni di aborti».

Rinuncerebbe alla sovranità della donna? «No, l’ultima parola spetterebbe sempre a lei».

Il secondo tabù? «L’errore di interpretazione per cui si è sempre pensato alla donna come soggetto debole. Il soggetto debole è l’embrione, che non ha nessuna possibilità di difendersi».

Molte madri non hanno mezzi per mantenerli, quei futuri bambini. «Ma se quei bimbi nascessero ci sarebbero famiglie pronte ad adottarli. Siccome per me la vita è sacra, ne varrebbe comunque la pena».


AG PRESICCE INVITA I SUOI GENTILI VISITATORI AD UN PACIFICO DIBATTITO, PERCHE' CHIUNQUE POSSA SENTIRSI LIBERO DI APPORRE IL PROPRIO PARERE O CHIEDERE DELUCIDAZIONI RIGUARDO L'IMPORTANTISSIMO TEMA.

Francesca Micoccio

giovedì 24 gennaio 2008

ACTA EST TRAGEDIA!!!


PRODI TORNA A CASA COL SUO PICCOLO FARDELLO!!!
...156 i voti favorevoli, 161 quelli che lo hanno mandato a casa...

lunedì 21 gennaio 2008

"LEADER UDEUR: ESPERIENZA FINITA. SI AVVICINA LA CRISI DI GOVERNO. PRODI DIMISSIONARIO GIA' STASERA."

ROMA
"L’Udeur di Clemente Mastella lascia la maggioranza. Al termine di una lunga riunione dell’ufficio politico del suo partito, il leader del Campanile annuncia che l’esperienza del centrosinistra «è finita».

L’ex guardasigilli premette di aver avuto un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio Romano Prodi e poi chiarisce: «Lasciamo la maggioranza, l’esperienza di questo centrosinistra è finita». «Ringrazio Prodi - aggiunge Mastella - il rapporto umano rimane e rimarrà sempre, ma l’esperienza politica del centrosinistra è conclusa».

Dunque anche il passaggio dell’appoggio esterno al governo è superato e «se ci sarà da votare sulla fiducia voteremo contro». «Noi siamo per le elezioni - spiega - non è una prerogativa nostra ma del Capo dello Stato, ma noi siamo per andare a votare». «Prendo atto della mancata solidarietà di amici e alleati - argomenta Mastella - oggi dico basta e mi riprendo la mia autonomia di uomo e di politico».

SCONCERTANTE L'IMMAGINE DI UN' ITALIA A PEZZI: IL PAPA IMBAVAGLIATO A CAUSA DI UN GOVERNO SEMPRE PIU' IRRESPONSABILE.


Avvenire: "E' un ritorno al muro di Berlino" - Per il giornale cattolico, le contestazioni contro il Papa alla Sapienza sono una "intolleranza inspiegabile", forse prodotto di un "maldestro sessantottismo di ritorno", ma - continua il quotidiano della Cei - fanno pensare di più "al cupo '61 di Berlino, ai giorni della vorticosa e raggelante costruzione del padre di tutti i muri, segno incancellabile di illibertà e di intolleranza". Nell'editoriale, firmato da Marco Tarquino e intitolato "L'università è stata la casa di J. Ratzinger", si precisa che c'è chi si batte "strenuamente per alzare reticolati d'inconciliabilità tra fede e ragione, tra natura e scienza, tra doveri morali e diritti di libertà. E sogna di far tacere Benedetto XVI, che chiama a riconciliare e ricentrare in Cristo e nell'uomo cultura e società".

ROMA, 16 GENNAIO 2008.DOPO "ROSSO TREVI", CECCHINI STUPISCE NUOVAMENTE CON "TATTARATTATA', I FRATELLI D'ITALIA SI SON ROTTI LE PALLE".



"Tattarattatà: i fratelli d'Italia si son rotti le palle. Dal rosso Trevi alla quadricromia. Noi futuristi ascendiamo verso le vette più eccelse e più radiose e ci proclamiamo signori della luce perché già beviamo alle vive fonti del sole. Una macchia di colore vi tumulerà. Noi siam da tempo calpesti, derisi, perché non abbiam governi decisi."

Queste le parole di Graziano Cecchini, l'uomo che aveva tinto di rosso la Fontana di Trevi e che la mattina del 16 c.m. ha riversato mezzo milione di biglie colorate dalla scalinata di Trinita' Dei Monti. Le biglie colorate hanno invaso Piazza di Spagna impedendo il passaggio di autobus, taxi e mezzi di soccorso. Con questa azione dimostrativa Cecchini ha voluto protestare per l'emergenza dei rifiuti accusando la classe politica di inefficenza.

domenica 20 gennaio 2008

AG PRESICCE MUOVE I SUOI PRIMI PASSI A BARI, NELLA MANIFESTAZIONE CONTRO I DISASTRI DI VENDOLA.

AZIONE GIOVANI PRESICCE fa il suo primo esordio a Bari, alla manifestazione regionale organizzata da AN E AG contro il MALGOVERNO DELLA SINISTRA.
La protesta è stata pacifica, divertente e goliardica, il messaggio...chiaro: "VENDOLA COME PRODI, IL CENTRO-SINISTRA HA FALLITO E DEVE ANDARSENE".
Più di cinquemila militanti, capitanati dal leader Gianfranco Fini, sono scesi in piazza per rivendicare i diritti usurpati con frode e per gridare a gran voce che la Puglia, tutta, si riconosce solo ed esclusivamente nel coordinatore regionale, l'Onorevole Adriana Poli Bortone, che Fini battezza come "candidata autorevole alla Regione Puglia".